Sono oltre 25 milioni le persone che in tutto il mondo sono affette da scompenso cardiaco. In Italia questa patologia colpisce ben 1 milione di individui. Lo scorso 7 giugno il professor Quarteroni ha partecipato al convegno “Management of Heart failure: current challenges and future perspectives”, che ha portato a Palermo professionisti da tutto il mondo.
Gli speech hanno riguardato aspetti prettamente biochimici e di sviluppo della terapia farmacologica.
Il Professor Quarteroni ha parlato dell’importanza della matematica anche in questo ambito della ricerca: una delle possibili applicazioni riguarda la realizzazione di modelli che siano in grado di descrivere come il farmaco si diffonde nel tessuto e riesce poi a raggiungere il suo target. In questo modo, sarebbe possibile anche capire qual è la più corretta somministrazione del farmaco in funzione degli obiettivi da raggiungere. Per comprendere la cinetica del farmaco è infatti fondamentale analizzare il contesto cellulare e microscopico. “Anche se con iHeart stiamo operando più a livello macroscopico e sistemico, quanto appreso durante il convegno rappresenta uno stimolo a ragionare anche su un piano differente”, ha confermato Quarteroni.
Durante il suo intervento, il professor Quarteroni ha mostrato un esempio sull’emodinamica del sangue nel cuore sinistro: è chiaro che un cuore che non funziona correttamente non riesce a garantire un afflusso di sangue regolare nell’aorta e ad assicurare quindi l’adeguata diffusione del farmaco.
Una lecture particolarmente interessante è stata tenuta dal Professor Gorcsan dell’Università di Saint Louis nel Missouri, durante la quale si è discusso della relazione tra la capacità di contrazione del cuore e il volume di sangue emesso, sulla base di un’analisi sperimentale di imaging medico. Anche i modelli matematici permettono di studiare questo tipo di relazione in modo completo e complesso: la matematica, quindi, si dimostra una preziosa alleata per molteplici aspetti della ricerca cardiaca, presente e futura.